Ricordi degli anni 50

Mio papa' negli anni 50 aveva una grossa Alfa Romeo. Forse era una 1900 non ricordo.
Allora avere una Alfa era un simbolo di grande prestigio . Nelle strade Italiane negli anni 50' circolavano ancora e si incontravano regolarmente i carri con i cavalli.
Mi ricordo che mia mamma al pomeriggio quando ero bambino mi metteva a letto. Ma io non avevo molto sonno e guardavo delle strane ombre che si muovevano sul soffitto passando attraverso le persiane chiuse della camera. Le ombre e le luci erano i riflessi di persone che passavano per strada e per uno strano gioco di camera oscura si riflettevano sul soffitto . Ricordo benissimo che tutti i pomeriggi forse verso le 14 rientrava un carro con i cavalli del vicino di casa e mi ricordo il tipico rumore degli zoccoli del cavallo sul selciato. Il carro portava il fieno e veniva riposto in un fienile che era ove ora e' una parte centrale di Legnano.
Con quella Alfa mio papa' al fine settimana prendeva la famiglia e andava in montagna. Mi ricordo benissimo che andavamo in Val d'Aosta .Una volta io mia mamma e mio papa', i miei fratelli credo che erano troppo piccoli, partimmo per Cervinia dove avevamo la casa.
Allora in Italia credo che c'erano solo due autostrade le prime due. La Milano Varese e la Milano Torino. Le autostrade erano a solo tre' corsie con al centro una corsia di sorpasso. Sulla Milano Torino non c'erano ne' caselli ne barriere e c'era una sola area di servizio a Novara andando verso Ovest sulla sinistra. Cioe' per acccedere all'area di servizio bisognava attraversare tutta la autostrada. Gli svincoli infatti non erano ancora stati inventati. Ebbene in quella area la Pavesi aveva costruito il primo chiosco-bar della sua storia.
Una volta c'era tanta nebbia e mio padre quando arrivo' ai Pavesini doveva fare benzina e mi ricordo che ebbe una grande paura a attraversare tutta la autostrada perche' non si vedeva nulla e potevano venire delle auto in senso opposto. Comunque facemmo benzina e incontrammo anche degli amici che volevano caricarmi sulla loro macchina per portarmi a Cervinia perche' ero un bambino e piacevo ai grandi e forse volevano stare con me'.Mio papa' non volle e proseguimmo il viaggio. Mi ricordo che dopo pochi chilometri c'era un grosso camion che mio padre supero' con tanta fatica perche' buttarsi sulla corsia centrale era un grosso rischio perche' su quella corsia viaggiavano a grande velocita' anche macchine che superavano in senso opposto. Passato quel grosso camion mi ricordo benissimo che mio padre disse che quel camion andava troppo forte e sicuramente non avrebbe mai frenato in caso di necessita'.Dopo pochi chilometri ci trovammo una colonna di auto ferma davanti. Io mi ero quasi appisolato sul retro dell'auto. Sentii una frenata e mio padre che mi prese con una mano gridando e mi sbatte' fuori dalla porta posteriore e mi disse "corri corri" poi anche mia mamma si butto' fuori dalla macchina, mio padre mi butto giu' nella scarpata, erano passati pochi secondi e arrivo' sul retro a grande velocita' il grosso camion. Mi ricordo benissimo che la nostra macchina si alzo' almeno di un metro e il camion travolse tutta la colonna facedo di tutte le macchine delle specie di cartocci.
Naturalmente ci furono morti e feriti e mi ricordo che io mi misi a piangere non per i morti e i feriti perche' non mi rendevo conto, ma perche' la nostra bellissima Alfa era completamente distrutta.
Mi padre ci aveva salvato la vita.